Il debutto parigino delle sorelle Marchisio, ovvero come Semiramide divenne Sémiramis -1

Barbara e Carlotta Marchisio non furono l’unica coppia di sorelle cantanti nella storia dell’opera. Mai però come nel loro caso la carriera di ciascuna si identificò quasi completamente con quella dell’altra, al punto che la morte prematura di Carlotta pose praticamente fine anche all’attività teatrale di Barbara, che le sarebbe sopravvissuta di quasi cinquant’anni. Incoronate dallo stesso Gioacchino Rossini, che per loro scrisse le parti solistiche femminili della Petite Messe Solennelle di cui nel 1864 furono le prime interpreti, le sorelle Marchisio rappresentano uno degli apici della storia del belcanto ottocentesco. A Parigi arrivarono la prima volta nel 1860, sull’onda di un successo travolgente che da quattro anni si rinnovava ad ogni loro apparizione nei teatri italiani. E ci arrivarono, a Parigi, per un’occasione ben precisa, scritturate all’Opéra per il debutto su quella scena di Semiramide. Che non era certo una novità per la capitale francese, ma che in quell’occasione sarebbe stata come d’obbligo adattata al canone imprescindibile cui dovevano attenersi le opere presentate sul palcoscenico del primo teatro di Francia: tradotta in francese, divisa in quattro atti al posto dei due originali, munita di ballo e, soprattutto, rappresentata in un allestimento di grandiose proporzioni. Il debutto francese delle due dive fu, dunque, uno degli elementi che fecero di questo spettacolo un evento nella storia dell’Opéra.
Il parlarne qui nasce naturalmente dalle mie fotografie, nel caso specifico da un gruppo di carte de visite dell’atelier Disderi che nel giro di qualche mese fortunato ho recuperato da provenienze diverse e che si collegano tutte a questa produzione. In apertura ho mostrato le prime due: a sinistra Carlotta nel costume di Semiramide, a destra Barbara, Arsace. Ed ecco, grazie a Gallica, i figurini originali dei loro costumi per questo debutto, conservati nella Bibliothèque National de France

Ma è meglio procedere con ordine, tanto più che vista la quantità di materiale che ho trovato credo che sarà meglio spezzare il racconto in due puntate.

Delle due sorelle, Barbara era la maggiore. Era nata nel 1833 a Torino in una famiglia, come si dice, “musicale”: il padre fabbricava pianoforti, i fratelli maggiori Antonino e Giuseppe Enrico furono compositore e insegnante l’uno e pianista di fama l’altro, entrambi figure di spicco della vita musicale nella capitale sabauda. Carlotta nacque due anni dopo Barbara: gli studi musicali partirono prestissimo e in famiglia col fratello Antonino, poi con un Luigi Fabbrica e, a quanto pare, con l’attrice Carlotta Marchionni per quanto riguarda l’arte scenica. Il debutto fu, per entrambe, a Madrid nel 1856: Barbara (23 anni) come Rosina nel Barbiere di Siviglia, Carlotta (21 anni) come Norma. Da qui non si separarono più, alternando opere nelle quali entrambe ricoprivano un ruolo protagonistico (Norma, Matilde di Shabran, ma soprattutto Semiramide) con altre nelle quali una delle due accettava, pur di esserci, un ruolo di contorno: come quando Carlotta fu Gilda in Rigoletto e Barbara la seguì come Maddalena, o quando Barbara fu Angelina nella Cenerentola e Carlotta si accontentò di essere una delle sorellastre.
L’incontro con Semiramide avvenne nel 1858 a Torino, e più tardi nello stesso anno al San Benedetto di Venezia e alla Scala, dove fu tale il successo che il loro spettacolo ebbe ben 33 rappresentazioni. In quell’occasione la Gazzetta dei Teatri scriveva: Carlotta e Barbara Marchisio non sono meno celebri, meno sublimi, meno immortali d’una Pasta, d’una Grisi, d’una Persiani, d’una Malibran ecc., e sentite nella Semiramide fanno obbliare il passato con tutte le sue glorie e per soprammercato si fanno proclamare Une, Perfette, Inimitabili!

A Parigi i clamori di questi successi arrivano in un momento in cui la passione per l’arte assira sta assumendo i connotati di una moda: lo stesso Joseph Méry, autore del libretto francese di Semiramide, riconosce nella sua prefazione che il progetto di concedere a Semiramide il passaporto francese coincide con la recente scoperta delle ricchezze nascoste nelle terre assire. Il nostro Louvre ha aperto nuove e immense sale per esporre i tesori archeologici dei domini di Semiramide. L’occasione era troppo bella per essere trascurata; inoltre le belle opere di Flandrin, Layard e Coste potevano essere consultate per la ricostruzione scenografica della città di Nino.
In questo contesto prende quindi corpo l’idea di portare la gigantesca opera di Rossini sul palcoscenico dell’Opéra, con tutto ciò che questo comportava. Lo spartito era ben noto a Parigi sin dagli anni Venti, e risaliva al 1847 una ancora leggendaria produzione al Théâtre-Italien con Giulia Grisi e Marietta Alboni. La notizia della messa in cantiere della produzione dell’Opéra e del debutto delle sorelle Marchisio è sicuramente nota, a leggere le cronache del sempre benemerito Le Ménestrel, almeno dall’estate del 1859. A novembre, come per preparare il terreno all’evento, il Théâtre-Italien produce un revival della Semiramide originale, Rosina Penco e di nuovo Marietta Alboni le interpreti. Se quest’ultima rinnova gli entusiasmi del ’47, la prima viene giudicata splendida cantante ma poco propensa a esprimere la fierezza, la grandiosità, fino l’aura di divino che caratterizza il ruolo della regina. Stroncata poi senza remissione è l’idea di tagliare il primo dei due monumentali duetti Semiramide-Arsace: l’estensore dell’articolo arriva ad auspicare che Calzado, direttore del Théâtre-Italien, intervenga sulle cantanti per farle recedere da questa balzana idea e reinserire il brano nelle recite successive.
Poi torna a parlare della prossima produzione dell’Opéra, e scrive una cosa per noi molto interessante: Rossini ha declinato l’invito di mettersi al lavoro sul proprio spartito, e ha affidato all’amico e compatriota Michele Carafa il compito di comporre le musiche per l’indispensabile balletto e di adattare alle esigenze della lingua francese i recitativi originali.
Nei mesi successivi, Le Ménestrel torna più volte sulla preparazione dello spettacolo: il 26 febbraio annuncia che le sorelle Marchisio sono attese a Parigi per i primi giorni di aprile, e le prove di Semiramide, nella traduzione francese di Méry, avranno inizio immediatamente. Un mese dopo, il 25 marzo, i programmi sembrano radicalmente mutati: la Semiramide di Méry e Rossini, con le sorelle Marchisio, farà la sua apparizione solo nel prossimo settembre, e non a giugno. Non sarà così, lo vedremo, ma questa riprogrammazione consente al giornalista un sospiro di sollievo, poiché risulta evidente che il Tannhäuser di Richard Wagner non potrà prender forma che nelle brume di un orizzonte assai lontano. Del resto, più ci avvicineremo all’avvenire, più la musica del maestro Wagner avrà la possibilità di divenire attuale.
All’inizio di aprile sembra ancora che dovranno passare molti mesi prima che lo spettacolo vada in scena: Alphonse Royer [il direttore dell’Opéra] non si occupa più di tanto della Semiramide di Rossini, di cui Méry sta portando a termine la traduzione francese – sempre che di traduzione si tratti. A parte le grandi linee musicali del maestro dei maestri, quella che si rivelerà al pubblico sarà un’opera del tutto nuova, con un rimaneggiamento generale del testo e dei recitativi per le necessità delle scene francesi; saranno aggiunte airs de ballet e una messinscena sontuosa completerà l’attrattiva già così grande della partitura e quella non meno viva del debutto delle sorelle Marchisio. Si parla di Merly per il ruolo di Assur.

Poi il colpo di scena. Il 15 aprile Le Ménestrel annuncia: le sorelle Marchisio sono arrivate a Parigi, e le rappresentazioni di Semiramide all’Opéra avranno inizio.
Il 22 aprile: le sorelle Marchisio si sono già impadronite dei loro ruoli in Semiramide; la lingua francese è loro molto familiare e lo studio procede molto rapidamente. Viene da pensare che i cantanti saranno pronti prima dei responsabili dell’allestimento; nessuna ricerca è rimasta intentata per metterli in grado di mostrarci l’antica Babilonia in tutto il suo splendore. Il ruolo di Assur è stato definitivamente assegnato a Obin.
E finalmente, l’1 luglio: si annuncia molto prossimo il debutto delle sorelle Marchisio in Semiramide, che è arrivata alle prove generali.
È infatti questione solo di pochi giorni, nonostante un ultimo slittamento dovuto alla morte e ai funerali di Jérôme Bonaparte, il fratello minore di Napoleone: finalmente lo spettacolo-monstre Sémiramis va in scena il 9 luglio 1860 in un tripudio di folla. Il numero della domenica successiva di Le Ménestrel si apre con queste parole: Un grande evento si è compiuto questa settimana, lunedì scorso, davanti a una folla di ammiratori entusiasti. E’ stata come una solenne protesta contro le tendenze extra-liriche che minacciano l’arte drammatica. Seguirà fra poco il Tannhäuser: le note di Semiramide avranno provato che in musica lo charme, l’espressione, la naturalezza dell’ispirazione, la vera maestà, lo stile grandioso nella sua nobile semplicità, non hanno perduto nulla della loro posizione di dominio sulla nostra prima scena francese.

[continua]

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