Sembrano usciti da un romanzo di Flaubert: potrebbero essere il signore e la signora - che ne so - Cabochon; lui stimato commerciante di granaglie, lei moglie più o meno devota e più o meno sopportabile, ma fieramente consapevole di ricoprire una onorata posizione sociale in una qualche cittadina della provincia francese. Eccoli pronti per... Continue Reading →
Robert Hutt, Radames sull’Unter den Linden
Incrociando il numero di inventario di questa cartolina dell'editore berlinese Leiser con il mio pedantissimo registro delle acquisizioni, vedo che l'acquisto risale a poco più di un anno fa. Prima di tornare, ieri sera, a sbatterci fortuitamente il naso mi ero però veramente dimenticato di lei. E invece questa fotografia dalla tinta così art déco... Continue Reading →
Enrico Tamberlik, o della forza
Se il nome del suo coetaneo Italo Gardoni fu per decenni sinonimo di stile, di eleganza, di espressività controllata e ai limiti della maniera, quello di Enrico Tamberlik lo fu di potenza vocale, di acuti squillanti e di un approccio all'interpretazione nel segno di una travolgente carica drammatica. Sia chiaro che non dobbiamo pensare neppure... Continue Reading →
Italo Gardoni, o dell’eleganza
Questo bel signore che a braccia conserte guarda spavaldo l'obiettivo nell'atelier parigino Mayer&Pierson appartiene a quella schiera di cantanti che ci viene facile collocare quasi ai confini della mitologia. Senza arrivare subito agli highlights della sua prestigiosissima carriera, fa effetto pensare che lo stesso anno del debutto, come Roberto Devereux nella provincialissima Viadana, già arrivò... Continue Reading →
Marie Brema: quando Amneris caccia gli artigli
La legge di Murphy dei collezionisti dice che in fotografie come questa ti ci imbatti soltanto quando hai appena speso una barca di soldi in altri pezzi, che magari aspettavano da mesi e avrebbero benissimo potuto aspettare ancora un po'. Questa splendida e splendidamente conservata cabinet card di Aimé Dupont mi è apparsa, nemmeno a... Continue Reading →
Uno Jugendstil d’Egitto
Ero con la testa su un altro post quando il caso ha spostato la mia attenzione su questa fotografia, facendomi balenare la possibilità di mettere assieme una delle mie micro-microstorie fatte di niente ma, per quanto mi riguarda, così meravigliosamente eccitanti. Per noi toporagni scavatori che bazzicano i meandri più periferici di un passato non... Continue Reading →
Venne, cantò, vinse: Rosa Ponselle
Rosa Ponselle amava farsi fotografare, e da vera e grandissima diva di un'epoca che abbandonate le sinuosità del liberty aveva abbracciato i non meno decorativi calligrafismi dell'Art déco prediligeva i gesti ampi, i panneggi, gli strascichi, i veli sapientemente disposti. Flessuosa ed elegante come fosse uscita dalla penna di Erté, appare in questa fotografia del... Continue Reading →
Galleria verdiana: Rosine Bloch
Da che mondo è mondo, le signore tendono spesso a confondere un po' le acque quando si parla di età. A volte glissano, a volte dicono mezze verità, a volte mentono spudoratamente. Questo dovette fare il grande mezzosoprano francese Rosine Bloch, se è vero che sia il parigino Le Ménestrel sia l'autorevole The musical times davano nel... Continue Reading →
Bello e impossibile: Jean De Reszke
Stasera metto un po' il dito nella piaga. Il fatto è che ogni collezionista ha i suoi dolori e il mio, non lenito dalle molte cose belle che nel tempo ho raccolto, è quello di non riuscire a trovar praticamente nulla dei due cantanti le cui figure, non so nemmeno perché, da anni mi affascinano... Continue Reading →