Almeno quattro altre volte mi sono occupato di Marie Gutheil-Schoder, multiforme genio musicale, prediletta da Gustav Mahler e concreta dimostrazione che quasi sempre il cervello, la musicalità, la cultura e tutto quello che trasforma un normale essere umano in un artista di rango superiore sono ciò che fa la differenza, anche quando, come nel suo... Continue Reading →
Madama Pinkerton uno, due, tre e quattro
A far da umile preludio alla luccicante inaugurazione scaligera di questa sera, Winckelmann offre al colto e all'inclita questo pezzettino della sua piccola collezione di libretti. Potrebbe sembrare solo un elegante esempio di grafica nippo-liberty, se non ci fosse quel copyright 1904 all'angolo in basso a destra a mettere in allarme il sagace raccoglitore di... Continue Reading →
Il regista vuole furbetto
Damiano Michieletto mi ha sempre dato l'idea di essere uno furbo, fin da quando, anni fa, vidi a Bologna una Gazza ladra che aveva debuttato qualche tempo prima a Pesaro raccogliendo lodi unanimi e premi, a cominciare se non sbaglio dall'Abbiati. Perché furbo? Perché mi sembrò già allora che la sua regia non fosse altro... Continue Reading →
Parsifal, la vanitas e la lancia che non c’è
Ovvero riflessioni a scoppio ritardato sulla scia del Parsifal bolognese nella messinscena di Romeo Castellucci. Questa non è una recensione dello spettacolo, che ho visto il 18 gennaio, né tantomeno un tentativo di esegesi parsifaliana o castellucciana. Vorrei solo partire da quello che si è visto sul palcoscenico per cercare di capire perché uno spettacolo... Continue Reading →
Due quisquilie sulla Traviata
Ovvero notazioni banalotte a margine della Traviata scaligera, vista come al solito a posteriori. Nessuna recensione per carità, primo perché non mi interessa farla, secondo perché anche se avessi voluto la ripresa audio era talmente abominevole che tutta la parte musicale ne è risultata, da questo punto di vista, quasi ingiudicabile. Sgombro il campo da... Continue Reading →
La rivelazione di Tancredi
Una delle mie letture più ricorrenti da ragazzino era la monumentale Storia della musica di Andrea Della Corte e Guido Pannain. Dire lettura è dire un po' troppo: quello che facevo era passare ore seduto a sfogliare uno o l'altro dei tre pesanti volumi rilegati in tela grigia, leggiucchiando qualcosa qua e là ma soprattutto imprimendomi... Continue Reading →
Famolo strano
Ovvero, sparse considerazioni a margine del Trovatore appena finito di vedere in livestream dalla Staatsoper di Monaco. Era Caruso, mi pare, quello che diceva che non ci vuole poi molto a metter su Il trovatore: basta avere i quattro cantanti più bravi al mondo. Coi tempi che corrono ci accontentiamo di molto meno e stasera, bisogna ammetterlo,... Continue Reading →
Il giorno della doppia rivelazione
Nella bustina di plastica casualmente ritrovata ci sono alcuni biglietti del Comunale di Firenze, un teatro che per alcuni anni ho frequentato con una certa assiduità col gruppo di melomani in pullman. Fra questi manca purtroppo quello del primo spettacolo che mi portarono a vedere là (questo qui sopra risale a un'altra occasione) e che,... Continue Reading →
Un biglietto per l’empireo
Frugando in un cassetto di quella che era la mia scrivania a casa di mia mamma, ho trovato una busta di plastica nella quale io, precoce feticista del cimelio cartaceo, avevo raccolto una serie di biglietti di teatro di spettacoli che, più o meno adolescente, ho visto assieme ai miei genitori. Ho già detto che... Continue Reading →
Arsace di Lammermoor
http://www.youtube.com/watch?v=GrLkU9auf4U Una commovente testimonianza che dimostra come nei suoi anni più gloriosi la Rossini Renaissance abbia scavalcato la cortina di ferro e messo in qualche modo radici anche nella parte d'Europa che avremmo detto ermeticamente chiusa alle novità dell'occidente. Il timbro di Elena Cernei è un po' adenoideo ma sontuoso, in fatto di agilità e... Continue Reading →