Damiano Michieletto mi ha sempre dato l'idea di essere uno furbo, fin da quando, anni fa, vidi a Bologna una Gazza ladra che aveva debuttato qualche tempo prima a Pesaro raccogliendo lodi unanimi e premi, a cominciare se non sbaglio dall'Abbiati. Perché furbo? Perché mi sembrò già allora che la sua regia non fosse altro... Continue Reading →
Parsifal, la vanitas e la lancia che non c’è
Ovvero riflessioni a scoppio ritardato sulla scia del Parsifal bolognese nella messinscena di Romeo Castellucci. Questa non è una recensione dello spettacolo, che ho visto il 18 gennaio, né tantomeno un tentativo di esegesi parsifaliana o castellucciana. Vorrei solo partire da quello che si è visto sul palcoscenico per cercare di capire perché uno spettacolo... Continue Reading →
Quell’attimo di irripetibile magia
Forse è vero che appartengo a una generazione che ha ormai diritto di esser considerata solo nei trattati di zoologia o nelle Spigolature della Settimana Enigmistica. In realtà, contrariamente a quanto alcuni superficialmente pensano, io non sono per nulla ancorato a quella imperitura nostalgia del tempo che fu che dacché l'opera è nata pare essere... Continue Reading →
Due quisquilie sulla Traviata
Ovvero notazioni banalotte a margine della Traviata scaligera, vista come al solito a posteriori. Nessuna recensione per carità, primo perché non mi interessa farla, secondo perché anche se avessi voluto la ripresa audio era talmente abominevole che tutta la parte musicale ne è risultata, da questo punto di vista, quasi ingiudicabile. Sgombro il campo da... Continue Reading →
Famolo strano
Ovvero, sparse considerazioni a margine del Trovatore appena finito di vedere in livestream dalla Staatsoper di Monaco. Era Caruso, mi pare, quello che diceva che non ci vuole poi molto a metter su Il trovatore: basta avere i quattro cantanti più bravi al mondo. Coi tempi che corrono ci accontentiamo di molto meno e stasera, bisogna ammetterlo,... Continue Reading →