Era bellina Marie Renard. Piccolina e paffutella, doveva fare una bellissima figura sul palcoscenico della Hofoper di Vienna, sul quale trascorse la maggior parte della carriera. Leggendo la lista dei ruoli interpretati su quelle assi pensiamo che Cherubino e Despina dovevano sembrare fatti apposta per lei, e ce la immaginiamo anche perfettamente a suo agio come Annina nel Franco Cacciatore, per non parlare di Hänsel in Hänsel und Gretel di Humperdinck, che tenne a battesimo il 18 dicembre 1894. Esistono foto strepitose di quella produzione: una è da tempo in vendita su Ebay a un prezzo scandaloso. L’ho messa lì fra i preferiti e ogni tanto controllo se c’è ancora, e sospiro. Nei dodici anni (1888-1900) passati a Vienna prima di ritirarsi dalla scena appena trentaseienne per convolare a nozze con il conte Rudolf Kinsky, la Renard cantò la bellezza di trentanove ruoli in altrettante opere. A leggerli tutti, però, l’immagine che ci siamo appena costruiti della paffuta soubrette riceve un buon numero di energici scossoni: è vero che ci troviamo Auber e Lortzing, Rosalinde del Fledermaus e Musetta nella Bohéme di Leoncavallo, però nel mezzo ci stanno Fricka in dieci recite di Die Walküre fra 1889 e 1893, la maggior parte delle quali a fianco di Hermannk Winkelmann e Amalie Materna, e poi Azucena in cinque recite del Trovatore, e poi cominciamo a non capire più niente perché arrivano ventuno recite come Tatiana nell’Eugen Onegin, che proprio con lei debuttò a Vienna il 18 novembre 1897, diretto da Gustav Mahler. Fu soprano e mezzosoprano insieme, dunque, Marie Renard. E fu anche un bell’animale da palcoscenico se fu scelta per battezzare a Vienna non solo l’opera di Ciaikowski ma anche due pezzi da novanta del verismo musicale: I Rantzau di Mascagni (7 gennaio 1893) e La Navarraise di Massenet (4 ottobre 1895).
L’incontro col grande francese aveva dato però ben altro risultato il 16 febbraio 1892: era un martedì e sul palco del primo teatro di Vienna andò in scena la prima rappresentazione assoluta di Werther. A fianco della Charlotte di Marie Renard cantarono Ernest van Dyck nel ruolo del titolo e in quello di Albert Franz Neidl, a cui ho dedicato qui un antico post. Più che l’Anita della mediocre Navarraise (una Cavalleria rusticana alla francese con salsa spagnola che nemmeno io, devoto massenetiano sempre pronto a delibare qualunque tsunami alla melassa prodotto dalla sua penna benedetta, sopporto), Charlotte segnò una tappa fondamentale della carriera di Marie Renard, che da quel giorno di febbraio del ’92 fino al 1898 la portò in scena quarantaquattro volte.
Che sono però solo la metà del personaggio che la Renard interpretò a Vienna più di tutti gli altri: Carmen. Lo fece per ben ottantacinque volte, a partire dal 18 agosto 1887 e l’idea che mi sono fatto io è che al di là delle sue uscite in territorio verista la sua Carmen doveva essere più vicina all’originale opéra-comique che non alla pasionaria tutta sesso e flamenco nella quale la giovane gitana fu trasformata fuori di Francia. Ma di questo parlerò un’altra volta.
Chiudo invece mostrando un’altra fotografia dopo la cabinet card di apertura, che proviene dall’atelier viennese Adéle e mostra un bel ritratto di profilo della giovane Marie Renard, che si chiamava in realtà Marie Pölzl ed era austriaca di Graz. Nella foto qui sotto, un’altra cabinet card questa volta dello studio berlinese Brasch, la Renard appare ancora più giovane, direi come Margherita nel Faust, un’opera che a Vienna non risulta avere mai cantato.
A Berlino la Renard aveva studiato e qui era stata ingaggiata dalla locale Hofoper dopo un fortunato debutto a Graz come Azucena (ancora!). Del teatro di corte berlinese aveva fatto parte dal 1885 al 1888, prima di passare a Vienna, e questi sono gli anni ai quali risale sicuramente la fotografia. Che ha però, almeno questo esemplare, un particolare collegamento con gli anni viennesi, esplicitato da alcune note manoscritte sul verso:
In alto, a matita, sta scritto: “Renard Waffenschmied”, con chiaro riferimento all’opera di Lortzing di cui la Renard cantò a Vienna sei recite, nel ruolo di Marie. Che non è però, per quanto ne so, quello rappresentato dalla fotografia. La spiegazione si trova, penso, nella frase scritta a penna più sotto: “Per ricordo della serata del 24 aprile 89. Corazon (?)”. Bene, il 24 aprile 1889 alla Hofoper di Vienna si diede Der Wasserträger, ovvero Les deux journées ou Le Porteur d’Eau di Luigi Cherubini, abbinato al balletto Die Puppenfee. Al di là del fatto che ai due spettacoli contribuirono rispettivamente Hermann Winkelmann e Katharina Abel, vecchie conoscenze di questo consesso, non c’è nulla che può rimandare a Marie Renard. Ci può stare però un incidente di memoria che ha portato Corazon a sbagliare la data nella dedica: il 25 aprile 1889 è infatti quella di una delle sei rappresentazioni nelle quali la Renard cantò in Der Waffenschmied. Tutto quadra quindi? Forse si, anche se nulla e nessuno può più darci contezza di chi si nasconda dietro questo appassionato soprannome.
Speriamo almeno che, anche con la data sbagliata, Marie Renard possa essere stata galeotta.
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