Di lei ho ben tredici fotografie, dodici delle quali del grande Franz Xaver Setzer, e una più bella dell’altra. Eppure una sola di queste l’ho pubblicata qui, in un post che a vederlo adesso mi riporta a quei giorni strani nei quali ci stavamo preparando ad essere tutti chiusi in casa per i mesi del primo, straniante lockdown.
E’, questo, un atto di palese ingiustizia nei confronti di una delle più grandi attrici di lingua tedesca del Novecento. Perché Else Wohlgemuth questo fu: berlinese di nascita (1881), a ventotto anni fece il suo debutto sul palcoscenico del viennese Burgtheater come protagonista della Maria Stuarda di Schiller, cui seguirono a ruota l’Elettra di Sofocle e la Giovanna d’Arco ancora di Schiller. Il catalogo dei suoi ruoli nel teatro che fu la sua casa, messo in appendice alla biografia che Oskar Maurus Fontana le dedicò quando ancora era in carriera, conta centonove titoli interpretati dal 1909 al 1949. A scorrerlo con attenzione, però, ci si accorge che fra il numero 105 (Elisabeth in Die Landgräfin von Thüringen di Josef Wenter) e il numero 106 (Hedda in Die andere Mutter di Klara Bihary) ci sono otto anni di vuoto.
Che sono naturalmente quelli fra il 1938 e il 1945.
Else Wohlgemuth fu una di quelle che dovettero andarsene, ma al contrario di molti altri ritornò appena le fu possibile nella sua Vienna distrutta. Ma questa è una lunga storia, pezzetti della quale tenterò di illuminare mano a mano che presenterò le splendide fotografie che Setzer le ha dedicato.
Come questa con cui inizio la serie, un ritratto che la mostra nel ruolo della Zufriedenheit (contentezza) in una pièce di cui non so nulla: Der Bauer als Millionär di Ferdinand Raimund, andata in scena nel 1918. La fotografia è bellissima, Else Wohlgemuth è bellissima e questo credo sia il modo migliore di iniziare la serie che ho intenzione di dedicarle.
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