Nella pausa forzata cui tutti siamo in questo momento sottoposti, migliaia di istituti culturali mettono a disposizione in rete il proprio patrimonio. Senza ambire a improbabili paragoni, in una serie di brevi post a scadenza quotidiana presento materiali della mia collezione. L’ordine è rigorosamente alfabetico e oggi tocca alla lettera T: Josef Tijssen (1871-1923).
Sembra che l’abbia fatto apposta ma non è assolutamente così: mi accorgo che i post degli ultimi tre o quattro giorni sono diventati una litania di morti una più triste dell’altra. Quella di Josef Tijssen (o Teyßen come fu anche noto in Germania) fu la più drammatica e stupida di tutte: uscito di casa per redarguire dei soggetti che facevano schiamazzi in strada, fu preso a coltellate e mandato al creatore. Aveva appena cinquantadue anni e si era dato all’insegnamento dopo avere precocemente abbandonato una carriera che era anche cominciata tardi. Prima di iniziare a cantare era stato infatti maestro sostituto e secondo kapellmeister all’Opera olandese di Amsterdam.
Olandese di nascita, Tijssen cantante era passato da Amsterdam a Francoforte, poi ad Amburgo e poi, dal 1905 all’11, di nuovo a Francoforte. Risale a quegli anni (è datata Francoforte 1909) questa fotografia autografata che lo mostra in un ruolo che non riesco a individuare con sicurezza: sembrerebbe uno stilizzato centurione romano ma quell’aggeggio che ha sulla fronte e che a guardarlo ingrandito sembra un cobra me lo apparenta di più all’ambito egizio. Mi chiedo se non possa essere quindi Radames ma chissà, una risposta certa almeno per ora non ce l’ho.
Anche Tijssen cantò molto Wagner: Stolzing, Siegmund, Tannhäuser, Lohengrin e Tristano, ma assieme a questo anche Raoul degli Ugonotti e Manrico. E pensare che la sua prima uscita come cantante era stata con l’Evangelista della Passione secondo S. Matteo di Bach. Nel 1904 fece la sua unica uscita a Bayreuth, come Walther von der Vogelweide nel Tannhäuser. Gli anni della seconda permanenza a Francoforte segnarono un periodo a quanto sembra fortunato, perché da qui fu chiamato come ospite in teatri prestigiosi come Vienna, Dresda e Monaco. Da Francoforte passò poi a Kiel e da qui a Stoccarda, dove tutto fa pensare che la sua carriera si sia interrotta. Mi mancano infatti notizie di altre sue esibizioni successive al 1915: si sicuro si sa solo che scoppiata la guerra con armi e bagagli se ne tornò in Olanda, dove rimase per tutto il corso degli eventi bellici e dove prese probabilmente la decisione di appendere l’elmo al chiodo. Morì (male) qualche anno dopo la sua conclusione ma anche lui, in fondo, fu una vittima della prima guerra mondiale.
Vai avanti! Una galleria di personaggi che non ha nulla da invidiare agli istituti culturali. Un caro saluto.
Ciao Domenico, vado avanti ma sono contento che la zeta sia vicina. Saranno corti, ma scriverne ventitré di fila, uno al giorno, non è cosa di tutto riposo…
Ti comprendo benissimo! Perchè è troppo bello il tuo Blog.