Nella pausa forzata cui tutti siamo in questo momento sottoposti, migliaia di istituti culturali mettono a disposizione in rete il proprio patrimonio. Senza ambire a improbabili paragoni, in una serie di brevi post a scadenza quotidiana presento materiali della mia collezione che ancora non ho mai mostrato. L’ordine è rigorosamente alfabetico e oggi tocca alla lettera E: Florence Easton (1882-1955).
Inglese di nascita, cresciuta in Canada e sbocciata artisticamente alla Hofoper di Berlino, della cui compagnia fece parte assieme al marito tenore Francis Maclennan dal 1907 al 1913, occupa in pianta stabile una fettina del nostro cuore perché la sera del 14 dicembre 1918, sulla scena del Metropolitan di New York, fu la prima Lauretta del pucciniano Gianni Schicchi. Non dobbiamo immaginarcela, però, come un gentile soprano lirico: in una carriera che durò complessivamente quarant’anni affrontò un numero impressionante di ruoli (39 nei soli dodici anni trascorsi a New York), distribuiti in un range che va da Carmen fino a Brünnhilde e Isolde passando per quasi tutto quello che ci sta in mezzo. In questa fotografia dello studio berlinese Becker & Maas la vediamo giovanissima come sognante e pia Gretchen, che sarebbe naturalmente la Marguerite del Faust. Di lì a poco, passata ad Amburgo, avrebbe indossato la giacca a frange e il cinturone con le colt di Minnie della Fanciulla del West. Chissà se cominciò da lì a convincersi che la parte della fanciulla angelicata le andava sempre più stretta e che le donne impegnative saranno tanto più faticose ma danno sicuramente le soddisfazioni maggiori.
Siamo alla E, che è la quinta lettera: spero che le restanti ventuno bastino per arrivare alla fine della quarantena.
Ma non ne sarei così sicuro.
Nemmeno io lo sono, e un po’ lo spero perché la fretta in questa situazione non mi piace per niente. Comunque in tutto le lettere saranno ventitre, sono tragicamente scoperto per quanto riguarda Q, Y e X.