Claudio Abbado

Claudio Abbado è morto e non è che si abbia tanta voglia di parlare.
Però questa sera ascoltavo RadioTre e certi discorsetti a commemorazione del caro estinto, senza che nessuno si fosse apparentemente preso la briga di pensare se un lutto del genere non meritasse una modifica della programmazione e magari un ricordo un po’ più approfondito e serio. E mentre il conduttore continuava a parlare sul minuto di silenzio chiesto da Lissner (si dava un concerto dalla Scala), mentre la conduttrice riprendeva la linea subito dopo per puntualizzare che orchestra e pubblico si erano alzati in piedi – ma guarda un po’ – ho fatto un giretto sui siti di alcune radio di oltralpe e ho trovato che:
– Bayern Klassik annunciava un cambiamento dei programmi e due ore dedicate ad Abbado, con Mahler e Luigi Nono;
– Kulturradio Berlin proponeva un’ora di trasmissione di ricordi e analisi;
– SWR2 due ore di trasmissione con una biografia, una lunga intervista ad Abbado e una parte del suo concerto di debutto in Germania, a Stoccarda negli anni Sessanta;
– Deutschlandradio Kultur il requiem di Verdi registrato a Berlino
– öe1 il Simon Boccanegra.
E qui mi sono fermato, ho spento la radio e per l’ennesima volta ho mandato a quel paese la Rai e questa insulsa repubblica delle banane.

5 risposte a "Claudio Abbado"

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  1. Radio 3 è stata una grande radio. Per anni l’ho seguita. Quando ancora registrare una musica, un concerto, un’opera era un grande problema, io con quali vecchi registratori a nastro della Grundig quanta musica ho potuto registrare, e ascoltare e riascoltare. Adesso è veramente crollata. Basti pensare al programma delle diciotto, i cosiddetti Sei gradi, dove si mescola musica classica, jazz, musica rock, musica pop e addirittura canzonette, solo per un criterio di collegamento, che potrebbe essere l’acqua, o il colore dei capelli di qualche bell’imbuto, o una data di nascita, etc. E si vorrebbe far passare questa atrocità come un elemento unificante della musica!!!!

  2. Adotterei un criterio statistico: forse anche tutte le altre radio del mondo, escluse quelle teutoniche che tanto piacciono a Johann Joachim per ovvio campanilismo, se ne sono fatte un baffo. Ma anche questo è colpa della febbre che mi fa sragionare. RIP

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