Ho pubblicato questo post il 31 ottobre 2009 nell’altro mio blog. Proseguo l’operazione di trasferimento qui, un poco alla volta, dei post nei quali – prima di inventarmi Il cavaliere della rosa – pubblicavo pezzi della mia collezione.
Un frammento di passato mitico e irraggiungibile si rivela in questa parigina carte de visite dell’Atelier Disderi: la paffuta e un po’ goffa signora che ci guarda e accenna appena un sorriso, atteggiando sul grembo il braccio cicciotto per darsi un tono composto davanti al celebre fotografo, è Marietta Alboni. Umbra di nascita e romagnola di adozione, l’adorata da Gioachino Rossini, l’ultima e forse la più grande dei contralti che lenirono in lui la pena per l’irrimediabile scomparsa dei castrati. Lei, per la quale Giacomo Meyerbeer aggiunse alla già monumentale partitura di Les Huguenots il delizioso rondeau composé pour M.elle Alboni. Lei che alla prima londinese di Ernani cantò il ruolo baritonale di Carlo, che con Adelina Patti intonò ai funerali di Rossini il duetto dello Stabat Mater, lei che fu regina (un’italiana!) all’Opéra di Parigi e che nel 1847, cantando al Covent Garden rivaleggiava con Jenny Lind primadonna al Queen’s Theater, lasciando la nobiltà nell’amletico dubbio su quale delle due andare ad onorare con la propria coronata presenza.
Come quella dei castrati, anche la voce dei contralti è ormai irrimediabilmente perduta. Per fortuna, il disco ha fatto in tempo a catturare il velluto scurissimo di alcune delle ultime esponenti di questa razza estinta, esseri androgini nei quali maschile e femminile convivevano in un timbro che probabilmente nessuno di noi potrà mai ascoltare. A noi restano gli sparsi frammenti di un mosaico, come questo piccolo ma emozionante rettangolo di carta fotografica.
Vi ho segnalato il sito dove trovare molte notizie su Marietta Alboni.
Certo di farle cosa gradita..
Lb
C’è da leggere per una settimana, grazie! E quella foto del teatro Bonci mi scatena un mare di ricordi!… 🙂
Rimetto qui sotto in chiaro l’indirizzo del sito:
http://www.coroalboni.it/