Storie per la memoria: Louis Treumann

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Questa cartolina è legata a una data precisa: il 30 dicembre 1905 andava in scena al Theater an der Wien l’operetta per antonomasia, quella di cui chiunque, magari senza saperlo, conosce almeno un motivo: Die lustige Witwe, da noi La vedova allegra, musica di Franz Lehar, libretto di Victor Léon e Leo Stein. La foto qui sopra presenta i tre protagonisti di quella storica prima rappresentazione: Sigmund Natzler (Mirko Zeta), Mizzi Günther (Anna Glawari) e Louis Treumann, il primo Danilo.
Se Natzler fu un apprezzato cantante e attore con una carriera non di secondo piano, la Günther fu senza dubbio la più popolare soubrette dei suoi tempi, creatrice di almeno nove titoli di Franz Lehár, più parecchi altri di Leo Fall, Emmerich Kálmán e Carl Michael Ziehrer. Ma rimandiamo ad altro momento il discorso su di lei.
Chi ci interessa adesso è Louis Treumann, che appare inginocchiato a sinistra della Günther. Il suo nome è indissolubilmente legato a quello di Franz Lehár e ai teatri di Vienna. Dal 1902, anno del sensazionale successo di Der Rastelbinder di Lehár al Carl-Theater, con Treumann e la Günther come protagonisti, il trentenne baritono diventò uno dei protagonisti del teatro leggero della capitale absburgica. In tutto, sono sei i titoli di Lehár di cui Treumann fu primo interprete: oltre ai due già detti Der Göttergatte (1904), Das Füsterkind (1909), Eva (1911) e Der Sterngucker (1916). Nato a Vienna in una famiglia di commercianti ebrei, Treumann abbandonò presto l’idea di dedicarsi al commercio e, spinto da una irrefrenabile passione per il teatro, appena diciassettenne trovò posto a Lubiana come Inspizient, ovvero direttore di palcoscenico. Dopo un anno era corista ad Amburgo e subito dopo solista in teatri della provincia tedesca e austriaca. La gavetta durò dieci anni e si concluse con l’ingaggio al Carl-Theater nel 1899. Qui si specializzò in ruoli comici e di bonvivant e, soprattutto dopo lo straordinario successo della Vedova allegra, divenne una delle stelle del teatro viennese. Cantante-attore dall’amplissimo repertorio, diede il battesimo anche a titoli di molti altri autori fra i quali Emmerich Kálmán e Leo Fall.
Ma era ebreo. Nella stagione 1930-31 apparve ancora al Metropol Theater di Berlino ma subito dopo la sua carriera fu troncata dalle leggi razziali. Costretto all’inattività e presto dimenticato, fu arrestato nel 1938. Rilasciato grazie alla mediazione dell’amico e collega Theo Lingen, fu di nuovo arrestato assieme alla moglie e questa volta nemmeno i tentativi di Franz Lehár furono sufficienti a risparmiare all’artista settantenne il trasferimento nel ghetto-lager di Theresienstadt. Con la sua algida precisione l’agghiacciante Central database of Shoah victims’ Names ci dà le ultime informazioni che possediamo su di lui: trasportato da Vienna a Theresienstadt col convoglio n. 34 del 28 luglio 1942 Treumann, prigioniero n. 983, morì o fu ucciso il 5 marzo 1943. La moglie Stefanie, n. 984, era morta il 18 settembre precedente.

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